Napoli: a rischio 300 posti di lavoro nel sociale

300 operatori socio-sanitari a Napoli in pericolo. Gesco denuncia tagli che minacciano servizi essenziali per la comunità.

Trecento operatori socio-sanitari a Napoli si trovano attualmente in una situazione di grave rischio occupazionale. Questa denuncia proviene dal gruppo di imprese sociali Gesco, che impiega circa 1.500 lavoratori, di cui quasi 800 attualmente operano presso l’Asl Napoli 1. I dirigenti di Gesco, durante una conferenza stampa, hanno sottolineato che il piano di riduzione del personale comporterà un taglio di 300 unità, mettendo in pericolo non solo l’occupazione ma anche il futuro dell’intero gruppo.

Le attività che Gesco svolge con l’azienda sanitaria locale erano regolate da un contratto che la società aveva ottenuto tramite una gara, con scadenza fissata al 31 dicembre 2025. Questi servizi, forniti da oltre 30 anni, includono aree cruciali come la salute mentale, l’assistenza agli anziani, ai disabili e a coloro che affrontano problematiche di dipendenza. Fino ad oggi, Gesco ha gestito diverse strutture, tra cui Residenze sanitarie assistite (Rsa), Strutture intermedie residenziali (Sir) e servizi di assistenza domiciliare integrata.

Il presidente di Gesco, Giacomo Smarrazzo, ha espresso l’urgenza di far sentire la propria voce alla città e ai sindaci, denunciando una “scelta scellerata” da parte dell’Asl Napoli 1. Questa decisione, che prevede il recesso anticipato del contratto, rischia di compromettere oltre 300 posti di lavoro. L’ex presidente di Gesco, Sergio D’Angelo, ha rimarcato che il lavoro svolto non è solo di competenza del gruppo, ma è un patrimonio della comunità. La loro reazione, quindi, non si limiterà a difendere i posti di lavoro, ma mirerà a preservare servizi fondamentali per la collettività.

Anche l’attore Gianfranco Gallo, presente all’evento, ha condiviso il suo punto di vista. Ha osservato che Napoli sembra sempre più “sorda e cieca” di fronte a queste problematiche. Gallo ha cercato di collegare il mondo del teatro e della musica al sociale, evidenziando come molte realtà vulnerabili siano ignorate, con un invito a prestare maggiore attenzione a queste questioni cruciali per la città.

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