Palm, pioniera nella Transizione 5.0, investe in tecnologie sostenibili, riduce consumi e punta alla neutralità climatica.
Primo Barzoni, titolare di Palm, è tra i pochi imprenditori italiani a sfruttare con successo il piano Transizione 5.0, che punta a combinare innovazione e sostenibilità. Nonostante i 6,2 miliardi di euro stanziati, solo 136 milioni di crediti d’imposta sono stati richiesti, pari a un utilizzo del 2% delle risorse disponibili. Palm, azienda mantovana specializzata nella produzione di pallet, è una delle rare realtà a percorrere questa strada, prenotando un credito d’imposta di circa un milione di euro per un investimento in tecnologie innovative.
Una chiodatrice all’avanguardia da 2,6 milioni di euro, capace di ridurre consumi energetici e migliorare la produttività, rappresenta il cuore dell’investimento di Palm. Questo impianto è parte di un percorso più ampio che include tecnologie sostenibili come un sistema di stampa a getto d’inchiostro per i pallet, che sostituisce i timbri a caldo, riducendo ulteriormente il consumo energetico.
Secondo Barzoni, l’obiettivo è raggiungere la neutralità climatica grazie a strumenti digitali e all’ottimizzazione dei processi, ma anche attraverso un approccio circolare: materiali a km 0 e il recupero di legno di seconda lavorazione sono alla base della filosofia aziendale. Palm, già società benefit, si presenta come un partner sostenibile per le grandi filiere, contribuendo all’abbattimento delle emissioni di Scope 3, coinvolgendo anche i fornitori in un’ottica di responsabilità condivisa.
Non mancano le difficoltà: l’accesso agli incentivi è ostacolato dalla complessità delle procedure e dai limiti sui requisiti, come quelli per gli impianti fotovoltaici, che devono essere rigorosamente “made in Europe”. Nonostante ciò, Barzoni sottolinea che il credito d’imposta è un aiuto cruciale, capace di sostenere marginalità e ulteriori investimenti futuri, purché venga reso più accessibile e stabilizzato.
Al momento, Palm rappresenta un esempio virtuoso in un panorama ancora poco sfruttato. Il ministero, con le modifiche annunciate, mira a semplificare l’iter e incentivare più imprese a intraprendere la strada di una transizione sostenibile e digitale.