Le imprese chimiche italiane investono in sostenibilità, riducendo emissioni e promuovendo innovazione e sicurezza.
L’impegno delle imprese chimiche nella sostenibilità ambientale e sociale richiede risorse significative. Le 173 aziende aderenti al programma Responsible Care di Federchimica, che rappresentano il 53% del settore con un fatturato aggregato di 35,6 miliardi di euro, spendono il 2% del valore economico generato in investimenti e costi operativi legati alla sostenibilità, per un totale di 763 milioni di euro. Estendendo il calcolo a tutto il comparto chimico, la cifra raggiunge 1,5 miliardi di euro, cui si aggiunge un altro miliardo destinato a innovazione, ricerca e sviluppo.
Durante la presentazione del 30° rapporto Responsible Care presso la Biblioteca della Camera dei deputati, Francesco Buzzella, presidente di Federchimica, ha sottolineato che il settore affronta sfide epocali in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche. Nonostante le difficoltà, la chimica italiana continua a distinguersi per salute, sicurezza e benessere nei luoghi di lavoro: il tasso di infortuni è inferiore del 39% rispetto alla media manifatturiera e dal 2010 si è registrata una riduzione del 44%. Questo risultato è stato raggiunto anche grazie a un incremento del 23% nelle ore di formazione per dipendente negli ultimi 13 anni.
Dal punto di vista ambientale, il rapporto evidenzia risultati significativi. Le emissioni di CO2 dell’industria chimica (scope 1) sono scese a 11,6 milioni di tonnellate nel 2022, il 64% in meno rispetto al 1990. Inoltre, il consumo di energia è stato dimezzato, con un aumento dell’efficienza energetica del 60%. La quota di energia rinnovabile utilizzata è quadruplicata dal 1990, passando al 15% del totale, e il riciclo rappresenta oggi il 45,5% della gestione dei rifiuti, quasi il doppio rispetto al 2015.
Durante l’evento, sono stati premiati cinque progetti aziendali di eccellenza, tra cui quelli di Bracco, Liquigas e Infineum, che hanno realizzato soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale, migliorare l’efficienza e valorizzare risorse attraverso l’economia circolare. Buzzella ha concluso sottolineando l’importanza del supporto istituzionale e della politica per rafforzare un settore cruciale per la transizione ecologica e digitale.