La mobilità guida la crescita del mercato dei beni durevoli, previsto a +4,2% con 78,33 mld di fatturato.
Nel contesto di una stagnazione generale dei consumi, i beni durevoli si distinguono con una crescita prevista del 4,2% nel 2024, raggiungendo un valore record di 78,33 miliardi di euro. Questo dato emerge dall’Osservatorio annuale Findomestic, realizzato in collaborazione con Prometeia. La mobilità si conferma il principale motore del settore, con un incremento del 7,6% e un fatturato di 45,2 miliardi, trainato soprattutto dalla crescita del 9,6% del mercato delle auto usate.
Il comparto dei beni per la casa, invece, mostra un andamento stabile a 33,1 miliardi di euro (-0,1%). Sebbene i piccoli elettrodomestici crescano del 6,5% e i grandi del 1,6%, questi risultati bilanciano il calo dei mobili (-0,2%), della telefonia (-0,6%) e, in particolare, dell’elettronica di consumo (-4,1%) e dell’information technology (-4,4%). Le regioni con gli aumenti più significativi della spesa in durevoli sono l’Umbria (+6,6%), la Valle d’Aosta (+6,4%) e l’Abruzzo (+6%). La spesa media per famiglia è stimata in 2.955 euro (+3,8%), con il valore più alto registrato in Piemonte (3.601 euro).
Nel settore mobilità, le immatricolazioni di automobili crescono del 4,1%, con una maggiore rappresentatività delle alimentazioni alternative (56,7%). Le auto elettrificate, in particolare, costituiscono oltre l’83% delle nuove immatricolazioni.
Per la casa, il fatturato dei mobili resta stabile a 17 miliardi di euro (-0,2%), mentre le vendite online nel settore arredamento crescono del 12%, raggiungendo 4,4 miliardi di euro. I grandi elettrodomestici registrano un incremento dell’1,6%, con ottimi risultati per lavastoviglie (+4,1%) e piani cottura (+1,2%). I piccoli elettrodomestici, invece, vedono una crescita significativa grazie a friggitrici (+30,2%) e robot da cucina (+25,5%).
Infine, il comparto telefonia si mantiene stabile con un fatturato di oltre 6 miliardi di euro (-0,6%), mentre l’elettronica di consumo e l’information technology continuano a calare. Nonostante le difficoltà, il settore dei durevoli registra quasi 10 miliardi di euro in più rispetto al 2019, grazie all’inflazione e alla crescente preferenza per beni di qualità superiore