Il consumo di carbone supera i 7,8 mld di tonnellate nel 2024. Cina leader, mentre Usa ed Europa puntano su rinnovabili.
Il carbone, combustibile spesso associato al passato, continua a giocare un ruolo centrale nel presente. Secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE), il consumo globale di carbone ha raggiunto livelli record e nel 2024 supererà i 7,8 miliardi di tonnellate. Sebbene si preveda una stabilizzazione fino al 2027, il consumo non mostra segnali di riduzione significativa, nonostante l’aumento delle energie rinnovabili.
Un terzo del carbone consumato a livello globale viene utilizzato in Cina, la principale produttrice e consumatrice mondiale. Nel novembre scorso, la produzione cinese ha toccato un picco di 14 milioni di tonnellate al giorno, e Pechino intende mantenere questi livelli per evitare rischi di carenze energetiche. La crescente domanda di elettricità per riscaldamento, raffreddamento e centri dati, unita alle fluttuazioni climatiche, continua a sostenere l’uso del carbone. In Cina, ad esempio, estati particolarmente calde o inverni rigidi potrebbero far variare i consumi fino a 140 milioni di tonnellate entro il 2027.
Nelle economie avanzate, il consumo di carbone ha già raggiunto il picco e si prevede un ulteriore calo entro il 2027. In Europa, normative sempre più stringenti e un maggiore utilizzo di gas naturale stanno favorendo questa tendenza. Anche negli Stati Uniti, l’ascesa delle energie rinnovabili e del gas naturale ha ridotto drasticamente la competitività del carbone. Le centrali a carbone americane bruciano oggi la metà del carbone rispetto al 2015 e molte sono destinate a essere convertite o dismesse entro il 2025.
Al contrario, nei Paesi emergenti come Indonesia, Vietnam e India il consumo di carbone continua ad aumentare, spinto dalla crescita economica e demografica. Sebbene Indonesia e Australia guidino le esportazioni, Paesi come l’Indonesia stanno cercando di accelerare la transizione energetica puntando su energie rinnovabili come il geotermico. Tuttavia, piani ambiziosi come l’eliminazione completa del carbone entro il 2040 sono considerati irrealistici dagli stessi responsabili politici.
Il prezzo del carbone rimane alto, intorno ai 129 euro per tonnellata, il 50% in più rispetto ai livelli pre-Covid. Questi ricavi rendono difficile per molti Paesi ridurre le esportazioni, nonostante gli sforzi per adottare fonti più sostenibili.