Impianti solari a concentrazione riducono CO₂ e metano nelle raffinerie, favorendo la transizione ecologica.
Un sistema solare a concentrazione potrebbe ridurre del 10% le emissioni di anidride carbonica nelle raffinerie, corrispondente a circa 54.000 tonnellate di CO₂ all’anno. Inoltre, permetterebbe di risparmiare 20.000 tonnellate di metano ogni anno, utilizzato per generare calore nei processi di distillazione del petrolio. Questi dati emergono da uno studio condotto dall’Università di Palermo in collaborazione con l’Enea.
Il processo di distillazione è tra i più energivori nelle raffinerie, con una richiesta energetica pari al 30-40% del totale, come sottolinea Alessandro Galia dell’Università di Palermo. Grazie al calore prodotto dagli impianti solari a concentrazione, è possibile ottenere una significativa decarbonizzazione delle attività e ridurre la dipendenza dal metano.
Lo studio descrive un impianto composto da collettori solari lunghi 100 metri e larghi 5,8, che convogliano il calore in un tubo ricevitore attraverso una miscela di sali fusi, in grado di accumulare e trasferire energia. Diverse configurazioni sono state valutate, variando la potenza (tra 50 e 70 MW) e la capacità di stoccaggio termico fino a 800.000 kWh, per garantire funzionamento continuo anche per 24 ore durante giornate serene.
Il sistema potrebbe generare un tasso di ritorno sull’investimento del 16,2% grazie all’ibridazione con le fornaci tradizionali, rendendo la tecnologia promettente per raffinerie in zone ad alta irradiazione solare come la Sicilia e gli Emirati Arabi Uniti.
Lo studio ha calcolato che, in condizioni ideali, un impianto situato negli Emirati Arabi potrebbe ridurre le emissioni fino al 17% grazie alle 4.100 ore annue di irradiazione, rispetto alle 3.800 ore registrate in Sicilia.