L’inefficienza burocratica ostacola le rinnovabili in Italia. Ridurre i tempi autorizzativi può abbassare le bollette.
In Italia, l’inefficienza burocratica pesa sui costi dell’energia e rallenta lo sviluppo delle rinnovabili. Gli iter autorizzativi per gli impianti sono lunghi e complessi: servono oltre due anni per un fotovoltaico e più di cinque per un eolico, e molte richieste vengono respinte. Inoltre, nuovi vincoli sulle aree e problemi legati alle concessioni nell’idroelettrico complicano ulteriormente la situazione. Questo sistema aumenta i costi: il 20% dell’investimento in un impianto è assorbito dalla burocrazia, incidendo direttamente sul prezzo finale dell’energia. Come sottolinea Marco Carta, amministratore delegato di Agici, una semplificazione normativa potrebbe abbassare le bollette favorendo l’installazione di nuovi impianti.
A livello europeo, l’Italia resta tra i Paesi con i prezzi dell’elettricità più alti. La Francia beneficia del nucleare, la Spagna ha investito molto in nuovi impianti e i Paesi nordici hanno una forte penetrazione di rinnovabili, soprattutto idroelettriche. La Germania, più simile all’Italia per la forte dipendenza dal gas, sta comunque diversificando le sue fonti di energia.
Nel 2024, il prezzo medio dell’elettricità in Italia è stato di 108 euro per MWh, nettamente superiore a quello di altri Paesi: 78 euro in Germania, 36 nei Paesi scandinavi e 63 in Spagna. Questi numeri confermano una tendenza consolidata, con l’Italia che mantiene costi più elevati rispetto ai competitor europei, anche nei momenti di crisi, come nel 2022, quando i prezzi del gas hanno raggiunto picchi storici.
Per ridurre i costi, Marco Carta propone interventi su tre fronti principali: semplificazione burocratica, investimenti per aumentare l’indipendenza energetica e disaccoppiamento tra il prezzo del gas e quello dell’elettricità. Iniziative come le comunità energetiche rinnovabili e i contratti PPA (Power Purchase Agreements) rappresentano strategie chiave per ridurre la dipendenza dalle fluttuazioni del gas e favorire tecnologie con costi variabili prossimi allo zero. Questo approccio richiede un quadro normativo adeguato, che dovrebbe essere una priorità nei prossimi anni.