Edf, Edison ed Enea puntano sugli Smr per energia pulita e competitività industriale, con investimenti e formazione.
Edf, Edison ed Enea hanno firmato un memorandum of understanding (MoU) per promuovere l’adozione di tecnologie nucleari innovative di piccola taglia, come gli Small Modular Reactors (Smr), nelle applicazioni industriali. L’obiettivo principale è utilizzare queste tecnologie per la produzione di energia elettrica e calore in modalità cogenerativa, migliorando l’efficienza per le industrie. La collaborazione si concentra sull’analisi dei sistemi termoidraulici, della sicurezza passiva, delle nuove tecnologie e del funzionamento integrato dei sistemi. Inoltre, il MoU prevede attività di formazione e scambio di know-how tra ricercatori e dottorandi, creando una solida base di competenze per il futuro.
Lorenzo Mottura, evp Strategia, Innovazione, Ricerca & Sviluppo e Digitale di Edison, ha sottolineato l’importanza di questa sinergia con Enea, definendola un passo concreto per portare il nuovo nucleare a supporto del sistema industriale italiano, unendo competenze tecniche e scientifiche alla visione di lungo termine.
Secondo Alessandro Dodaro, Direttore del Dipartimento Nucleare di Enea, questa intesa consolida il ruolo italiano nello sviluppo delle tecnologie nucleari innovative in Europa, favorendo la filiera italiana nell’accedere al mercato europeo degli Smr e rafforzando la leadership di Enea nei sistemi passivi e nella sperimentazione su larga scala. Bernard Salha, Chief Technical Officer del Gruppo Edf, ha ribadito l’importanza di superare le barriere alla diffusione degli Smr sfruttando risorse e competenze congiunte per contribuire alla neutralità carbonica dell’Europa.
Edison ha iniziato dal 2023 a riflettere sull’impiego del nucleare per la decarbonizzazione e la competitività del Paese, firmando diverse collaborazioni con attori come Ansaldo Energia, Politecnico di Milano e Framatome. Uno studio recente evidenzia che introdurre il nucleare per il 10% del mix energetico al 2050 potrebbe generare un impatto economico di oltre 50 miliardi di euro, di cui 46 miliardi a beneficio della filiera industriale italiana, creando 117.000 posti di lavoro.