Gli agricoltori criticano l’accordo UE-Mercosur: mancano regole reciproche e tutela per i prodotti italiani ed europei.
Gli agricoltori italiani si oppongono all’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Mercosur, così com’è attualmente formulato. Firmato il 6 dicembre a Montevideo, l’intesa necessita ancora della ratifica del Parlamento europeo e del Consiglio dell’UE a maggioranza qualificata. Tuttavia, sia Coldiretti che altre associazioni agricole hanno espresso forti critiche.
Coldiretti e Filiera Italia non si oppongono al Mercosur in sé, ma chiedono modifiche significative, in particolare l’introduzione della reciprocità nelle regole produttive. Secondo queste organizzazioni, l’accordo attuale potrebbe causare gravi danni alle imprese agroalimentari italiane ed europee e rappresentare un rischio per la salute dei consumatori. Tra le principali preoccupazioni ci sono l’uso di antibiotici e ormoni negli allevamenti in Sudamerica, così come di pesticidi vietati in Europa. Inoltre, vi sono problemi legati alla contraffazione dei prodotti italiani e al mancato rispetto dei diritti dei lavoratori.
L’accordo aggrava uno squilibrio commerciale già esistente: attualmente, il deficit agroalimentare tra UE e Mercosur è di 23 miliardi di euro a sfavore dei Paesi europei. Confagricoltura ha espresso preoccupazione per l’impatto delle importazioni di prodotti come carni bovine, pollame, riso, mais e zucchero, evidenziando l’urgenza di garantire condizioni di concorrenza equa con produttori sudamericani sottoposti a regole meno stringenti.
La Cia-Agricoltori italiani stima che l’accordo liberalizzi circa l’82% delle importazioni agricole dal Mercosur, includendo contingenti tariffari per carni, zucchero, riso ed etanolo. Cristiano Fini, presidente della Cia, ha definito l’intesa squilibrata, in quanto privilegia settori come il farmaceutico e l’automotive, più rilevanti per Paesi come la Germania.
Anche il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, si è schierato dalla parte degli agricoltori, definendo l’accordo una minaccia per i produttori europei e invitando a bloccarne l’attuazione. “Questo accordo è fermo da anni, e sarebbe giusto che rimanesse tale”, ha dichiarato Salvini.