Dal 1° gennaio 2025 aumenti limitati ai pedaggi della rete Aspi, invariati per le altre autostrade. Misure in Austria sul Brennero.
Dal 1° gennaio 2025, i pedaggi per le autostrade in Italia subiranno modifiche, ma solo per una parte della rete. Come annunciato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit), l’aumento interesserà circa il 50% delle autostrade nazionali, ovvero la porzione gestita da Autostrade per l’Italia (Aspi). Per il resto della rete, le tariffe resteranno invariate.
Nella sua comunicazione ufficiale, il Mit ha precisato che per le 22 società concessionarie coinvolte nell’aggiornamento dei Piani economico-finanziari (Pef) non sono previsti aumenti. Tuttavia, per Aspi, che gestisce circa 2.800 chilometri sui 6.000 totali, è stato approvato un incremento tariffario dell’1,8%, corrispondente al tasso di inflazione programmato per il 2025. Questo adeguamento si basa sulla legge n. 193 del dicembre 2024. Aspi ha anche confermato il mantenimento degli sconti per gli utenti, evitando così un aumento potenziale del 3%. Per la concessionaria Salerno-Pompei-Napoli, è stato riconosciuto un incremento leggermente inferiore, pari all’1,677%.
Sul fronte internazionale, la situazione è più complessa. Sempre dal 1° gennaio 2025, sull’autostrada del Brennero in territorio austriaco, inizieranno lavori sul ponte Lueg, portando a una riduzione del traffico a una sola corsia per senso di marcia. I lavori, che dureranno fino al 2030 e costeranno 390 milioni di euro, sono indispensabili per il rifacimento del viadotto costruito 50 anni fa. Durante i giorni di traffico intenso, saranno operative due corsie con una gestione particolare: Tir sulla corsia di sorpasso e autovetture su quella normale. I paesini limitrofi temono però l’assalto dei veicoli in cerca di scorciatoie, motivo per cui l’Austria vieterà l’accesso alla viabilità secondaria nei periodi critici.
Nel 2025, continuerà anche il sistema di dosaggio dei camion in Austria, che limita il passaggio a 300 mezzi pesanti all’ora, suscitando le critiche degli autotrasportatori italiani e del Mit, che accusa l’Austria di violare la libera circolazione europea.