Ceo europei guadagnano 110 volte i lavoratori

I Ceo delle top aziende europee guadagnano in media 110 volte più dei lavoratori. Necessarie azioni per ridurre le disuguaglianze.

I dirigenti delle maggiori aziende europee guadagnano in media 110 volte lo stipendio di un lavoratore medio. Questo dato emerge da un’analisi dell’European Trade Union Institute (Etuc). Con uno stipendio base medio di 1.571.000 euro e bonus che possono arrivare al 200% del salario, i Ceo delle prime cento aziende europee hanno percepito nel 2024 una retribuzione media complessiva di 4.147.440 euro, contro i 37.863 euro guadagnati da un dipendente a tempo pieno.

Secondo Esther Lynch, segretario generale della Confederazione europea dei sindacati (Ces), questa enorme disparità salariale evidenzia la necessità di riequilibrare l’economia: «Occorre aumentare il numero di lavoratori che beneficiano di salari negoziati collettivamente. Una retribuzione più equa rafforzerebbe la competitività, allevierebbe la carenza di manodopera e consentirebbe di reinvestire più denaro nell’economia reale anziché vederlo accumulato in conti offshore».

Questi dati arrivano alla vigilia del Forum economico di Davos, e il Ces avverte che il divario di ricchezza non solo danneggia l’economia, ma compromette anche la democrazia. Salari bassi aggravano infatti la carenza di lavoratori: uno studio ha dimostrato che i settori con più difficoltà di assunzione offrono in media salari inferiori del 9% rispetto ad altri comparti. Inoltre, i lavoratori insoddisfatti dei propri stipendi e delle condizioni di lavoro tendono a perdere fiducia nelle istituzioni democratiche.

Per affrontare queste problematiche, il Ces chiede un incremento del numero di lavoratori coperti da contratti collettivi, che migliorano la qualità del lavoro e riducono le disuguaglianze. Gli Stati membri dell’UE, in linea con la direttiva sul salario minimo, dovranno presentare quest’anno un piano d’azione per garantire che almeno l’80% della forza lavoro sia tutelato da accordi collettivi. Inoltre, il Ces invita la Commissione europea a rivedere le norme sugli appalti pubblici, concedendoli solo alle aziende che rispettano i diritti di contrattazione collettiva.

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