Il settore dei concerti tocca quasi 1 miliardo di euro e genera un indotto di 4,5 miliardi. Cresce l’importanza della live music economy.
Nel 2023, il settore dei concerti ha raggiunto un record significativo, toccando 967,4 milioni di euro di fatturato grazie a un incremento del 33,5% rispetto all’anno precedente, secondo dati Siae. Questo risultato è stato trainato principalmente dai concerti di musica pop, rock e leggera, che hanno generato ben 894 milioni. Se consideriamo i grandi eventi nelle piazze di città come Milano, Roma e Napoli, insieme a festival come il Lucca Summer Festival e la manifestazione Prima Estate, emerge anche un indotto economico complessivo che supera i 675 milioni di euro. In media, gli spettatori hanno speso circa 324 euro ciascuno, contribuendo a una stima di 4,5 miliardi di euro di ricadute economiche per il territorio nazionale.
Questa crescita è al centro di quello che è stato definito il fenomeno della “live music economy”: un settore che genera ricchezza in modo indipendente, senza il supporto di fondi pubblici. È stato discusso di recente in un convegno tenutosi a Roma, organizzato da Assoconcerti, l’associazione dei principali promoter di eventi live in Italia. Alla conferenza erano presenti rappresentanti istituzionali, tra cui il ministro della Cultura Alessandro Giuli e altri esponenti del governo, per riflettere su come la musica dal vivo sia una risorsa culturale ed economica importante.
I dati dell’Annuario dello Spettacolo Siae mostrano che nel 2023 si sono svolti oltre 36.000 concerti di musica pop, rock e leggera, coinvolgendo 23,7 milioni di spettatori. Gli eventi di questo genere rappresentano oltre il 55% del totale degli eventi dal vivo in Italia e il 77% del pubblico complessivo. La spesa media per i biglietti è variabile a seconda dell’area geografica: più alta al Nordovest, con 45 euro per persona, e più bassa al Sud, con 27 euro.
Anche se il settore della musica dal vivo non ha beneficiato di fondi pubblici, Assoconcerti ha proposto di ricevere un sostegno più concreto dallo Stato, per riconoscere l’importanza economica e culturale del settore. Bruno Sconocchia, presidente di Assoconcerti, ha sottolineato la necessità di un sostegno politico strutturato che permetta al settore di continuare a crescere e a contribuire positivamente all’economia. Tra le soluzioni proposte, c’è l’idea di un tax credit e un possibile Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo, per aiutare gli organizzatori a coprire gli ingenti costi di produzione, che ogni anno raggiungono gli 823 milioni di euro, tra servizi, beni di terzi, e spese per il personale.