Decreto Energy Release: spinta alla decarbonizzazione

Approvato il Decreto Energy Release per sostenere il sistema produttivo e la transizione energetica in Italia.

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha approvato il Decreto Energy Release, una misura fortemente sostenuta da Confindustria. Aurelio Regina, Delegato del Presidente di Confindustria per l’Energia, ha dichiarato in un’intervista al Sole24Ore che questo provvedimento è essenziale per il sistema produttivo italiano e rappresenta un passo significativo nel processo di decarbonizzazione. Le imprese ad alta intensità energetica attendevano da tempo questa iniziativa, che è frutto di una collaborazione stretta tra Confindustria, il Ministero e il GSE.

Tuttavia, Regina ha sottolineato la necessità di ulteriori interventi per affrontare la complessa questione energetica sia in Italia che in Europa. Ha evidenziato l’importanza di un mercato unico europeo dell’energia con un prezzo unico per evitare la concorrenza tra Stati membri. La vera competizione, ha affermato, dovrebbe essere con le grandi potenze economiche come gli Stati Uniti e la Cina.

Per garantire la stabilità e la sicurezza dei prezzi e dell’approvvigionamento energetico, Regina ha insistito sulla necessità di un mix energetico. Questo include l’aumento delle fonti rinnovabili, l’investimento nell’idroelettrico, la decarbonizzazione del gas e la considerazione del nucleare con piccoli reattori di ultima generazione. Ha ricordato che l’Italia possiede una filiera di grande valore nel settore nucleare, che attualmente lavora per lo più all’estero.

Secondo Regina, l’industria italiana è consapevole della necessità di perseguire obiettivi ambientali ambiziosi, ma è importante farlo nei tempi e nei modi corretti. La decarbonizzazione rappresenta un’opportunità per le imprese e un processo virtuoso per sviluppare nuove filiere produttive legate alla transizione energetica. Regina ha sottolineato che l’industria italiana è già molto efficiente in termini di produttività energetica, producendo più valore con la stessa quantità di energia rispetto ad altri paesi europei.

Nel contesto del Clean Industrial Deal proposto da Ursula von der Leyen, che mira a ridurre le emissioni del 90% entro il 2040, Regina ha espresso preoccupazioni riguardo alla realizzazione di questo obiettivo senza perdere competitività. Ha sottolineato che saranno necessarie molte risorse e che né le imprese né gli Stati membri possono affrontare da soli questa sfida. Le politiche energetiche, secondo Regina, dovrebbero basarsi su tre pilastri: competitività, sicurezza degli approvvigionamenti e decarbonizzazione.

Un’altra misura fondamentale è il Gas Release, poiché molte imprese utilizzano il gas. Regina ha anche sottolineato l’urgenza di una revisione del sistema ETS, che da incentivo si è trasformato in una tassa, e ha criticato le disparità nella redistribuzione delle risorse di compensazione tra i paesi europei. Ha inoltre suggerito una gestione europea dei proventi delle aste dei certificati di CO2 e una revisione della direttiva Cibam per rendere meno conveniente l’importazione di prodotti extra-UE.

Infine, Regina ha evidenziato che per la transizione energetica l’Italia ha bisogno di circa 1.100 miliardi di euro, e ha chiesto fondi comuni e un sistema di regole snello per raggiungere gli obiettivi climatici e industriali. Ha concluso affermando che sviluppo produttivo e politiche ambientali non sono in contrasto, ma complementari e funzionali a rafforzare la competitività dell’Europa.

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