Crescita del 52% in 10 anni per il settore Dop e Igp: 20 miliardi di valore, trainato da formaggi, vini e export.
La Dop economy italiana, secondo il dodicesimo rapporto Ismea-Qualivita, ha superato i 20 miliardi di euro di valore alla produzione, registrando una crescita del 52% nell’ultimo decennio. Questo segmento contribuisce per il 19% al fatturato complessivo del settore agroalimentare italiano, evidenziando un ruolo centrale nella nostra economia.
Nel 2023, il comparto cibo Dop ha mostrato una crescita del 3,5%, trainato soprattutto dai formaggi che raggiungono un valore complessivo di 9 miliardi di euro. I vini Doc e Docg, invece, nonostante un valore di 11 miliardi di euro, hanno registrato un lieve calo sia in quantità (-0,7%) che in valore (-2,3%). L’export continua a essere una colonna portante del settore, generando ricavi per 11,6 miliardi di euro, oltre la metà del valore totale.
L’Italia conta 317 consorzi di tutela, più di 194mila imprese e quasi 850mila lavoratori impiegati nella filiera Dop e Igp. Tra i prodotti più importanti, il Grana Padano si conferma leader con una crescita dell’8,8% del valore alla produzione, seguito dal Parmigiano Reggiano, in calo del 7%, e dal Prosciutto di Parma, che cresce del 2%. Positivi anche i dati della Mozzarella di Bufala Campana (+5,1%) e del Pecorino Romano, che segna un significativo +30,8%.
A livello regionale, il Veneto domina con 4,85 miliardi di euro, seguito da Emilia-Romagna (3,87 miliardi) e Lombardia (2,58 miliardi). Le regioni del Nord-Est da sole rappresentano il 54% del settore Dop e Igp, con un valore vicino agli 11 miliardi di euro. Tra le province spiccano Brescia, Treviso, Vicenza, Cremona e Udine, mentre in calo figurano Modena (-8,6%), Verona, Siena e Reggio Emilia.
Secondo il presidente di Ismea, Livio Proietti, il settore Dop e Igp si conferma un pilastro dell’economia territoriale italiana, capace di attrarre nuovi operatori e di rimanere resiliente nonostante le sfide poste dal clima e dagli scenari geopolitici complessi.