Jabil avvia i licenziamenti collettivi a Marcianise. Respinto il piano di salvataggio, chiusura prevista entro marzo 2025.
La vicenda dell’industria elettronica di Marcianise, in provincia di Caserta, giunge al termine in modo traumatico per i lavoratori. Jabil, multinazionale americana, ha annunciato la chiusura dello stabilimento italiano, con conseguente avvio della procedura di licenziamento collettivo per 413 dipendenti, in base alla legge 223/91. Questa decisione, tanto temuta dai sindacati, pone fine a una storia di difficoltà economiche che si protraeva da anni, nonostante i numerosi tentativi di trovare soluzioni alternative.
Secondo l’annuncio ufficiale, i licenziamenti saranno completati entro 75 giorni, ossia entro il 25 marzo. Contestualmente, la multinazionale ha pianificato la chiusura definitiva delle attività in Italia entro la fine di marzo. Jabil ha puntato il dito contro i lavoratori e i sindacati, accusandoli di non aver sostenuto un piano di salvataggio negoziato nei mesi scorsi con il coinvolgimento del governo italiano e di Invitalia.
L’azienda aveva proposto una cessione del sito di Marcianise a TME Engineering, un’altra realtà operante nel settore, con una partecipazione significativa di Invitalia. Questo piano avrebbe garantito la sostenibilità economica e salvato i posti di lavoro, spiega Jabil. Tuttavia, i lavoratori e i sindacati hanno bocciato l’accordo, confidando nella riduzione delle perdite registrata negli ultimi anni, nonostante il rosso di oltre 40 milioni nel 2019.
La decisione di respingere l’accordo ha aggravato la situazione, afferma Jabil, rendendo impossibile trovare soluzioni percorribili. Con il perdurare delle difficoltà del mercato globale, la multinazionale ha ritenuto inevitabile procedere con i licenziamenti. L’azienda ha ribadito che il piano proposto era valido e avrebbe potuto garantire un futuro occupazionale ai dipendenti.