L’impatto idrico dei data center e dell’IA in aumento

La crescente espansione dei data center e dell’Intelligenza Artificiale sta aumentando drasticamente il consumo di acqua nel mondo.

Negli ultimi giorni, il Fondo Monetario Internazionale ha riportato l’attenzione sull’impatto ambientale di attività ad alto consumo energetico come la creazione di Bitcoin e l’uso dei data center per l’Intelligenza Artificiale. Tuttavia, oltre all’energia elettrica, un’altra preoccupazione rilevante per questi settori in rapida crescita è il consumo di acqua.

Un recente rapporto del Financial Times ha evidenziato la situazione critica nella “data center alley” della Virginia, considerata la patria dei server, ospitando più di un quinto della capacità di calcolo globale, insieme a Pechino. In questa regione, il consumo di acqua è aumentato di quasi due terzi dal 2019, e gli ambientalisti temono una “esplosione” della domanda d’acqua, soprattutto a causa della crescente domanda generata dall’Intelligenza Artificiale.

La Virginia è sede della più grande concentrazione di data center al mondo, con giganti tecnologici come Amazon, Google e Microsoft che hanno costruito qui le loro enormi strutture di calcolo. Solo nel 2023, queste macchine hanno utilizzato 7 miliardi di litri di acqua, come rivelato dai documenti ottenuti dal Financial Times. Per avere un’idea dell’incremento, i consumi sono passati da 1,13 miliardi di galloni nel periodo pre-Covid agli attuali 1,85 miliardi di galloni.

Secondo il gruppo di ricerca Dgtl Infra, nel 2023 i data center statunitensi hanno consumato complessivamente oltre 75 miliardi di galloni d’acqua, una quantità sufficiente per dissetare l’intera città di Londra per quattro mesi. Questo scenario è aggravato dal fatto che alcune aree della Virginia, lo stesso stato che ospita questi data center, soffrono di siccità, creando un paradosso allarmante. Il ritmo di espansione di queste strutture, che si prevede raddoppieranno dal 2019 e che continueranno a crescere con nuove aree in costruzione, non farà che aumentare la pressione su queste risorse idriche già limitate.

Un report di Bank of America, pubblicato a novembre, ha stimato che i data center rappresentano il decimo maggiore consumatore di acqua negli Stati Uniti. Le grandi aziende tecnologiche stanno cercando di ridurre il loro impatto, ma le sfide sono notevoli. Google ha visto un aumento del 14% nel consumo di acqua nel 2023, dovuto proprio alle esigenze dei data center. L’azienda ha rivelato che il 15% dei suoi prelievi d’acqua avviene in aree ad alta scarsità idrica, mentre Microsoft ha dichiarato che il 42% del suo consumo globale si verifica in regioni con stress idrico.

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