La campagna 2024 del mais è segnata da ritardi e cali produttivi del 25%, con un crescente ricorso alle importazioni.
La campagna del mais 2024-25 si sta rivelando particolarmente complicata, con una semina iniziata in ritardo di almeno un mese in molte aree, e in alcune zone addirittura di due mesi. Questo ha causato un ritardo anche nel raccolto, che è ancora in corso, ma i dati attuali mostrano una riduzione delle rese di almeno il 25%. In un anno normale, la produzione di mais destinato all’uso alimentare raggiunge circa un milione di tonnellate. Tuttavia, per questa campagna, si stima che la produzione non supererà le 600mila tonnellate.
Massimiliano Carraro, presidente di Ailma (l’associazione italiana lavorazioni del mais alimentare), ha reso noto il bilancio delle difficoltà incontrate nel settore. Tra le principali cause, l’alternanza tra la siccità estiva e le piogge alluvionali, che ha inciso negativamente sia sulla quantità che sulla qualità del raccolto. Inoltre, questo clima instabile ha favorito la diffusione di agenti patogeni, che minacciano ulteriormente la produzione.
Le aziende, per rispettare i rigidi standard di qualità stabiliti dalla normativa vigente, sono costrette a scartare notevoli quantità di mais che non rispondono ai requisiti. Questo riduce ulteriormente la materia prima disponibile per l’uso alimentare, creando preoccupazioni per il futuro della campagna. Carraro ha infatti sottolineato che, con il raccolto ancora in corso, la tendenza non sembra migliorare e c’è il rischio che la situazione possa peggiorare con il tempo, anche a causa delle condizioni meteorologiche avverse.